A tutela del made in Italy

03 Ago

A tutela del made in Italy

Avvertenza: quella che segue è una storia vera, ma il nominativo dell’azienda nostra cliente è stato  omesso per ragioni di riservatezza.

La causa si è conclusa infatti prima della sentenza, con un accordo  tra le parti (transazione) che prevede una clausola di riservatezza che vincola entrambe le parti a non diffondere il nominativo dell’azienda o della banca coinvolta. 

 

Questi accordi sono molto frequenti nelle cause per anatocismo, perché permettono di raggiungere un accordo soddisfacente per il cliente in tempi molto più brevi rispetto alla sentenza del processo di primo grado.

 

Abbiamo intervistato il signor Piero (il nome è inventato, ma la storia è vera al 100%) al termine di una battaglia legale contro le banche, condotta con il sostegno degli specialisti di Antares.

 

La sua azienda produce tessuti e accessori in uno dei principali distretti dell’industria tessile italiana ed è specializzata nella realizzazione di prodotti di alta qualità. 

 

“Nel 2002, sono venuto a conoscenza di Antares da un amico bancario in pensione, durante una conversazione in tema di anatocismo bancario, che fino a quel momento era un argomento praticamente sconosciuto. 

 

In realtà, la proposta di affrontare il tema dell’anatocismo mi era stata fatta anni prima da un consulente che mi aveva proposto delle cifre assurde solo per studiare la pratica, oltretutto senza garanzie! Per cui quando ho incontrato il consulente Antares e mi è stato spiegato che il servizio di analisi era a costo zero e solo con una percentuale sul recuperato, mi sono detto: perché non provare?”

 

Caratteristica specifica del servizio offerto da Antares è, infatti, la formula “buon fine” che prevede, dopo una pre-analisi gratuita dei conti correnti che quantifica tutti gli importi ripetibili, un piccolo contributo iniziale comprendente ogni onere legale tecnico e una percentuale sui risultati effettivamente conseguiti.

 

Inizialmente, il Sig. Piero chiede un incontro con i vari referenti bancari con cui solitamente interagisce, per un confronto diretto sulla sua situazione, in quanto ha il sentore che gli interessi applicati non sono quelli corretti. 

 

Gli stessi referenti gli consigliano di mandare una raccomandata allo studio legale della banca stessa, ma le risposte che il signor Piero riceve non sono propriamente collaborative, anzi subisce delle ritorsioni e dei “ricattini” da due istituti di credito. 

 

Nonostante questo, il signor Piero si fida del Consulente Antares e decide di far partire un’ingiunzione a 5 banche per 9 cause diverse.

 

Le 9 cause hanno avuto esiti differenti: alcune sono arrivate a sentenza, dando ragione al signor Piero. Altre banche hanno preferito raggiungere un accordo prima della sentenza, offrendo un risarcimento parziale in tempi rapidi, in cambio di una clausola di riservatezza (è per questo motivo che in questo articolo non è nominata l’azienda del sig. Piero).

 

“Con Antares, era chiaro quanto potevo ottenere, perché oltre alla prassi illegittima della capitalizzazione periodica degli interessi, si può rinvenire l’applicazione di altre clausole contestabili, quali gli interessi ultralegali, le commissioni di massimo scoperto e le spese per chiusura periodica del conto”, spiega il signor Piero.

 

“Inoltre, ho apprezzato il contatto umano: avevo un costante aggiornamento della mia situazione.”

 

Nello specifico, la società è riuscita a ottenere un rimborso di circa € 560.000 (oltre mezzo milione di euro) grazie alle 9 pratiche concluse positivamente contro 5 diverse Banche.

 

Lasciamo al signor Piero la parola per concludere questa storia a lieto fine:


“Il rapporto avuto con Antares è stato molto lineare, in quanto ha adempiuto in pieno alle premesse iniziali. Inoltre, ci tengo a sottolineare che ad oggi, la mia azienda lavora ancora con le stesse banche contro cui ho vinto le cause in materia di Anatocismo.”

 

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