La Legge N.3 del 2012 contro il sovraindebitamento
Che cosa significa sovraindebitamento
Con il termine sovraindebitamento si indica la condizione di una persona che non è in grado di ripagare i suoi debiti, né con il patrimonio né con il reddito.
Quando si verifica questa condizione il debitore entra in un tunnel senza via d’uscita, perché con il passare del tempo i debiti continuano ad aumentare (per effetto di more e interessi). Il creditore si troverà sempre ad essere rincorso dai creditori e non ha la possibilità materiale di riprendere in mano la propria vita e ritrovare una stabilità finanziaria.
Da cosa deriva il sovraindebitamento
I debiti contratti dalle persone fisiche possono avere diverse origini:
- rate di mutui o prestiti
- imposte e tasse non versate
- multe o sanzioni non pagate
- acquisti di prodotti o servizi
- contratti d’affitto
- spese sanitarie
- debiti verso altre famiglie o individui
- debiti di gioco
Perché si chiama legge “salva suicidi”
In tempi recenti, in Italia questa situazione ha portato alcune persone a cedere sotto il peso morale psicologico di questa situazione e a togliersi la vita. Questi fatti di cronaca hanno portato alla luce un fenomeno sommerso, che purtroppo era molto diffuso.
In tutti i paesi europei esiste una legge sul sovraindebitamento; l’Italia è stato l’ultimo paese ad adeguarsi, anche su pressione dell’Unione Europea, attraverso la legge 3 del 2012.
Fin da quando è stata promulgata, questa legge è stata definita “salva suicidi” perché è nata proprio con lo scopo di liberare le persone da un gioco che le opprimeva e che poteva condurre a conseguenze estreme.
Si tratta quindi una legge molto giovane che ha poco più di dieci anni di vita.
Per chi è la legge 3
La legge 3 è destinata a tutti i soggetti non fallibili, che non possono accedere alle procedure previste per le aziende.
In questo elenco rientrano
- persone fisiche
- consumatori
- imprenditori agricoli
- professionisti iscritti ad un albo professionale
- start-up innovative
- artisti
- enti non commerciali (associazioni, fondazioni, organizzazioni di volontariato, ecc.)
Chiunque rientri in una di queste categorie può fare richiesta di accedere alle procedure della legge 3, a prescindere dall’entità del debito e a prescindere dall’entità del patrimonio o del reddito.
Su cosa si basa la legge 3
Il principio veramente innovativo della legge 3 è che ambisce a raggiungere un equilibrio fra due esigenze apparentemente contrastanti. Da una parte c’è la legittima pretesa dei creditori di ottenere il pagamento del debito, dall’altra c’è la tutela della dignità della persona che deve essere in grado di vivere una vita dignitosa e di provvedere al sostentamento del proprio nucleo familiare.
Alla base alla luce di queste valutazioni, la L.3 stabilisce che il soggetto sovraindebitato ha il diritto di provvedere al proprio fabbisogno e il dovere di contribuire, con la parte di patrimonio o di reddito eccellente tale fabbisogno, al pagamento anche parziale dei debiti, per un periodo di tempo finito.
Un principio molto importante è che la procedura a cui va incontro il soggetto indebitato ha un limite temporale: dopo un certo periodo di tempo, se il debitore ha mantenuto fede agli impegni e ha contribuito alla riduzione del debito, può fare richiesta di esdebitazione.
Che cos’è l’esdebitazione?
L’esdebitazione consiste nella cancellazione totale e definitiva dei debiti residui.
A seconda dei casi, si può raggiungere l’esdebitazione con una riduzione parziale del debito o addirittura con un annullamento anche totale: questo dipende dalla capacità reddituale e dal patrimonio del debitore, dall’entità del debito originale, e dalla procedura seguita.
Quali sono le procedure previste dalla legge 3
Le principali procedure previste L.3 sono tre, a cui recentemente si è aggiunta una quarta
- Accordo
- Piano del consumatore
- Liquidazione
- Esdebitazione dell’incapiente
Accordo
Con l’accordo, il debitore si impegna a pagare soltanto una parte del debito, in funzione della sua capacità economica.
Si chiama accordo perché, come dice la parola stessa, viene raggiunto solamente se c’è un consenso tra le parti. Dal lato dei creditori è sufficiente che acconsentano i creditori che detengono almeno il 60% del credito. In tal caso, se il giudice omologa la richiesta, anche i creditori che si erano rifiutati sono obbligati ad accettare i termini dell’accordo.
Possiamo definirla una specie di concordato, infatti viene applicato adottato anche dalle imprese oltre che dai privati.
Piano del Consumatore
In questa procedura il tribunale definisce la somma che può essere messa a disposizione dei creditori, dopo aver garantito il fabbisogno del nucleo familiare del debitore.
La decisione del tribunale non può essere contestata e rifiutata dai creditori.
Spesso interviene un soggetto terzo, ad esempio un familiare, a fare da garante per la validità del Piano.
Liquidazione del patrimonio
Se il debitore dispone di beni patrimoniali oltre al proprio reddito, ad esempio una casa, un terreno o un’auto, può mettere a disposizione questi beni per la riduzione parziale del debito.
Dopo un periodo di 4 anni, il debitore può avanzare la richiesta di esdebitazione.
Esdebitazione dell’incapiente
Possono capitare dei casi in cui il debitore non ha nessuna fonte di reddito, non è titolare di nessun bene e non ha un patrimonio da mettere a disposizione della procedura.
In questo caso il tribunale può decidere di azzerare i debiti e procedere con l’esdebitazione immediata.
Quali sono le fasi della procedura?
Predisposizione di un piano
Per prima cosa occorre raccogliere tutti i documenti utili per elaborare una bozza di Piano di esdebitamento al tribunale. In questa fase l’aiuto dei consulenti di Antares è prezioso perché con la loro esperienza possono guidare il sovraindebitato a scegliere la soluzione ottimale per liberarsi dei debiti.
Presentazione del Piano
Il piano viene sviluppato dai consulenti insieme al debitore e viene proposto al OCC ovvero organismo di composizione della crisi. Questo organismo verifica la validità del Piano dal punto di vista formale e valuta la sua sostenibilità. Il giudizio del OCC è fondamentale per sottoporre il piano all’approvazione del tribunale.
Se il piano viene accettato dall’OCC, la Segreteria trasmette un preventivo dei costi della procedura al debitore. Se il preventivo viene accettato, allora viene nominato un Gestore della Crisi, che ha il compito di verificare nel tempo come si evolve la situazione di sovraindebitamento del debitore.
Il GdC presenta il piano al tribunale, per richiedere l’approvazione.
Omologazione
Quando il Piano viene omologato dal Giudice diventa operativo: da quel momento, il debitore deve rispettare il piano dei pagamenti e i creditori sono tenuti ad attenersi al medesimo piano.
Esdebitazione
Al termine del piano di pagamenti, il debitore presenta istanza di esdebitazione; se il piano è stato rispettato, l’esdebitazione verrà accolta e debitore si troverà libero da ogni debito. Anche le somme residue che non sono state pagate dalla procedura vengono cancellate definitivamente.
Come fare per accedere alla L.3
Se ti trovi in una situazione di sovraindebitamento oppure conosci qualcuno che sta vivendo questo dramma, può rivolgerti ai nostri consulenti.
Antares dispone di specialisti che sono in grado di valutare in dettaglio la tua situazione e studiare qual è il piano migliore per la soluzione della crisi della sovraindebitamento: puoi contattarci senza impegno per una valutazione gratuita.
Non attendere che la situazione si aggravi ulteriormente; agisci ora per proteggere il tuo futuro.
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