Avvertenza: quella che segue è una storia vera, ma il nominativo dell’azienda è stato omesso per rispetto del vincolo di riservatezza incluso nell’accordo di mediazione con la Banca.

L’azienda “O” ha operato nel settore tessile per l’abbigliamento con funzioni di converter.

Nata nel 1975 dall’idea dei due Soci fondatori, vanta una lunga esperienza nella produzione e nel commercio di tessuti e filati lavorati, trasformati nelle migliori tessiture e stamperie rigorosamente italiane.

Il converter tessile è un attore fondamentale della filiera del tessile: ha il compito di convertire un’idea, che può essere sia sua che del committente, coinvolgendo una rete di subfornitori di fiducia ed organizzando la produzione dello specifico articolo, dalle prime fasi della filiera fino a giungere al prodotto finito. 

“All’inizio della mia attività imprenditoriale, i tempi erano diversi rispetto alla situazione attuale. Erano tempi in cui la speranza del futuro era bellissima: si pensava solo alla voglia di lavorare, di impegnarsi, senza guardare ai meri sacrifici,  partendo da zero… senza un centesimo in tasca! C’era molta più onestà ed erano tempi in cui le banche ti concedevano più facilmente i “famosi fidi” – ricorda il Signor O. – bastava infatti un breve colloquio con il Direttore di Banca, indicando le motivazioni della richiesta e dopo una breve analisi della fattibilità, ti veniva concessa la somma necessaria. Erano tempi in cui si muovevano grosse somme di denaro. Purtroppo oggi queste cose non succedono più”.

Il Signor O sottolinea come sia sempre stato in buoni rapporti con le Banche: “Poi invece verso la fine, i rapporti si sono guastati a causa di richieste assurde di rientri, nonostante io fossi lo stesso di sempre, quello che dava in garanzia tutto quello che aveva. Prima di pretendere che la banca avesse fiducia nella mia attività, ero io il primo a credere nella mia azienda. Eppure, a volte, mi è sembrato che alcune banche si approfittassero di certe situazioni”.

L’anatocismo, questo sconosciuto!

“Sono venuto a conoscenza di Antares intorno al 2007, tramite il passaparola di un amico, e la parola Anatocismo mi era totalmente sconosciuta”, continua il Signor O.

“Per me era una cosa complicatissima, ma i consulenti Antares me lo spiegarono in modo chiaro e capii subito che questo era il vostro lavoro! 

Mi sono immediatamente convinto che, se si poteva fare qualcosa, questo qualcosa lo potevate fare voi. Tanto che per sicurezza, chiesi un consulto professionale anche al nostro Avvocato, che mi confermò essere una materia molto particolare e che richiedeva una adeguata specializzazione, assicurandomi di fare affidamento su Antares”.

L’azienda aveva una decina di rapporti con le Banche, rapporti molto cordiali e schietti, consolidati nel tempo; eppure, dopo l’analisi effettuata emerge la consapevolezza che l’operato degli stessi Istituti non fosse così trasparente.

Il Signor O spiega la sua iniziale perplessità, “perché in fondo, le banche mi avevano aiutato quando avevo avuto bisogno; mi sembrava quasi di fargli un torto, ma poi ho capito che avevano preso dei soldi in più, che non avrebbero dovuto prendere. Quindi mi sono deciso ad agire, per recuperare ciò che “erroneamente” mi avevano tolto.”

Inizialmente il Signor O decide di agire contro quelle Banche che erano diventate troppo care sui fidi bancari (nonostante fossero sempre coperti dal valore dell’azienda e dai beni dati in garanzia da parte di entrambi i Soci). Nonostante il timore iniziale, l’azienda ha recuperato oltre 160.000€ con sentenza del tribunali, più altre somme minori tramite accordi di transazione con le banche.

L’azienda è in liquidazione dal 2009, in quanto il ramo d’azienda e la manodopera sono stati completamente ceduti.

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